I contratti di Amministrazione di
Condominii prevedono che in caso di esecuzione di opere di manutenzione o di
altre attività deliberate dall’assemblea, venga erogato all’Amministratore un compenso
per l’impegno profuso, in misura percentuale sull’importo della spesa sostenuta
per la realizzazione dell’intervento.
All’Amministratore, insomma, spetta
una percentuale sui lavori condominiali.
E si capisce: viene pagato per
assumersi le responsabilità e poi deve impegnarsi maggiormente per trovare le
imprese, fare le gare, seguire le opere: una ricompensa gli ci vuole.
Ma allora perché la legge non
prevede la stessa misura per chi amministra i municipi o le province o le
regioni o i dicasteri o i vari dipartimenti dove si genera la spesa pubblica?
Quella gente lavora e però non
viene compensata. Perciò magari si fa venire in mente di procacciarsela, una
percentuale, per compensarsi dell’impegno profuso, un caffè per il fastidio,
come si dice ammiccando fra mezzani e sensali.
E così succede che ‘sta percentuale, l’Amministratore, politico o dirigente che sia, se la faccia pagare dall’impresa esecutrice che poi la carica sulla fattura che poi pagano i cittadini, che sarebbero i condomini della Repubblica. Ma lo fanno solo per compensare una ingiustizia che essi subiscono rispetto agli amministratori di condominio.
E così succede che ‘sta percentuale, l’Amministratore, politico o dirigente che sia, se la faccia pagare dall’impresa esecutrice che poi la carica sulla fattura che poi pagano i cittadini, che sarebbero i condomini della Repubblica. Ma lo fanno solo per compensare una ingiustizia che essi subiscono rispetto agli amministratori di condominio.
- Ma come? – sembra di sentirli -
Io, Ministro della Repubblica (o
Assessore al Ramo Secco), ho meno diritti dell’ultimo capo condomino della palazzina
B di un rione popolare?
- Perché devo adoperarmi gratis
per il bene pubblico?
E allora? Che aspettiamo? E cambiamo
‘sta legge e introduciamola per decreto la mazzetta medio ponderata di spettanza alla diligenza della dirigenza
elettiva e nominabile così che a ciascuno vada un giusto compenso per la nobile
opera profusa e devoluta al comune bene, no?
Ma mi raccontavano che spesso accade,
nei condominii, che l’amministratore, oltre
alla percentuale di spettanza dai condomini, pattuisca con l’impresa una ulteriore
percentuale – al nero questa volta – quale forma di ringraziamento per aver “aggiustato”
la gara in suo favore.
Ahia. Questo è sconcertante. Potrebbe
accadere anche in politica questa – come dire ? – doppia ricompensa, una
bianca e l’altra nera, voi dite?
Io però sto tranquillo; io sono
certo che i signori condomini, al solo sospetto che l’Amministratore possa
allungare le mani su qualche stecca o pattuire regalini, orologi ,trombatine (es)cortigianesche, vacanze, viaggi o bustine di contante, certamente
smetterebbero di votarlo, uno così e lo licenzierebbero subito subito senza
aspettare il terzo grado di giudizio. Per sicurezza, no?
Ne sono certo. Il popolo sovrano è
attento sia nel condominio del quartiere che nel super condominio della Repubblica.
Non ne siamo tutti persuasi ?
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