Ci sono volute 11 ore per percorrere 800 chilometri, con blocchi totali del traffico per ore intere e con tutte le carreggiate intasate come a un semaforo metropolitano all'ora di punta, mentre isoradio - quando il segnale era pieno - accennava allegramente tra frizzi e canzoncine natalizie, a "code a tratti sulla A1 in via di risoluzione" oppure a "rallentamenti sulla SA-RC". Un giochino.
In 11 ore c'è tutto il tempo di assaporare le conseguenze di una politica assente e per 60 anni supina agli interessi economici di chi costruisce e ha da vendere automobili e camion, di chi deve fare i soldi coi pedaggi autostradali, dei petrolieri che devono vendere oceani di carburanti, delle ditte costruttrici di viadotti e tunnel (sì, quelle che dicevano nei ministeri che colla mafia occorre conviverci), delle imprese che con l'ANAS, scandalo dopo scandalo, ricavano profitti dalla manutenzione perpetua delle autostrade, per non dimenticare le uova d'oro degli autogrill dove dopo ore di coda puoi comprare l'acqua allo stesso prezzo della senza piombo.
Se accadono cose del genere non è per imperscrutabili condizioni avverse del fato. No. Avvengono perché, per il lucro di qualcuno, in 60 anni non si sono fatte ferrovie, non ci sono trasporti pubblici degni di questo nome, anzi i treni italiani a lunga percorrenza, comunque indegni sinanche delle ferrovie della Colombia del secolo scorso, vengono addirittura soppressi grazie a improvvide privatizzazioni che, come EniMont insegna portano lucrose mance ai politici protagonisti.
Avvengono perché il trasporto aereo in Italia è una tragica barzelletta che fa ridere solo i furbetti che dopo aver scaricato sui cittadini ogni costo e debito di Alitalia e della privata AirOne, lucrano ora sui rimasugli, e perché non si sono mai fatti investimenti per trasportare le merci via mare o col treno, privilegiando solo milioni di puzzolentissimi Tir a devastare il BelPaese che ormai è solo un formaggino da banco.
Quando finalmente la sinistra entrò in un governo del Paese, per qualche giorno si è sognato si potesse imboccare una strada diversa, almeno nel trasporto pubblico, tema che in passato era stato molto caro al PCI; ma uno dei primi atti di quel governo fu una ennesima incentivazione a rottamare le automobili perché i fatturati FIAT potessero meglio crescere, assieme alle entrate di qualche onorata Fondazione o Pensatoio politico.
Queste cose accadono perchè i politici, gli amministratori, i funzionari dello Stato sono inerti e fanno qualcosa solo se c'è una propria convenienza, altrimenti non ne vale la pena; così agiscono solo per favorire qualche generoso lobbista, sponsor che rilascia mancette oppure più elegantemente finanzia giornali e fondazioni; altrimenti scaldano lo scranno, fanno passare il tempo e non fanno nulla.
Queste cose accadono perché si è lasciato il Paese nelle mani di predatori che hanno finanziato e corrotto i politici a questo esplicito scopo: usare la cosa pubblica per i propri affari a spese dei sudditi che, da sempre abbassano la testa e votano conformi e la lotta politica si è ridotta a contendersi il posto di potere per meglio riscuotere le mance delle corporazioni mandanti.
Accadono perché gli Italiani si voltano dall'altra parte e dicono "non sono affari miei", oppure alzano il ditino e dicono "io non mi interesso di politica" e aspettano il prossimo uomo della provvidenza che venga a promettergli una carriera di ballerina alla figlia, tanti bei gol in TV, lo scudetto e il sogno delle lotterie, in cambio del consenso incondizionato.
E lo avrà.
Ancora una volta lo avranno
(w/cody)*
Nessun commento:
Posta un commento