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sabato 11 novembre 2017

ladri di fiori


Mi hanno rubato tre piantine grasse dal giardino. Graziose e delicate, regalo e ricordo di amici cari, stavano in un vasetto di terracotta sul bordo del muretto: le hanno spiantate e se le sono portate via, presumo dopo un occasionale sopralluogo.
Che dire?
Miserabili.
Di quella specie tignosa cresciuta a pane e invidia che nulla di buono fa nella sua vita e la dedica a sciupare quella altrui. Staranno, ora, le mie piantine, nella casa di qualcun altro, che, guardandole, avrà il duraturo ricordo della propria pusillanimità.
Non credevo che il fenomeno fosse tanto diffuso. Ho guardato in internet alla ricerca di un’immagine per questo post e sul tema ho visto un oceano di cartelli, per lo più vergati a mano, che inveiscono, minacciano e maledicono questa genia di marioli che si distingue nella categoria dei ladri in quanto arreca alle vittime un dispiacere di gran lunga superiore al valore intrinseco della piantina o dei fiori da morto portati via.
Me lo dicevi, e te li davo io i cinque euro per andartela a comprare, una piantina uguale.
Per questo parlo di invidia, più che di ruberia. Sono quei miserrimi personaggi che rompono la bicicletta degli altri perché loro non ce l’hanno, che rubano il pallone non tanto per giocarci loro, quanto per togliere il piacere agli altri. È la gioia degli altri che li fa soffrire e che vogliono cancellare e non potendo sopprimere le persone infieriscono sugli oggetti. Ma che bel giardino, pensano, che belle piante. Il mio non è così. E soffrono. E rubano le nostre piantine. Miserabili, appunto.
Diffusa anche, a quanto pare, è la figura del rubatore di piante e fiori al cimitero: invece di andarli a comprare, i fiori li trovano già belleppronti sulla tomba poco lontano. E qui siamo forse a un altro livello.
Perché portano i fiori ai morti?
  - Perché essi dall'alto ti vedono e apprezzano il gesto? Ma se dall'alto essi morti lo vedono che li stai rubando da un’altra tomba, apprezzano lo stesso il dono floreale?  
 - Perché il loro dio onnisciente apprezza il bel gesto? Ma se lui lo vede che li stai rubando, i fiori, che razza di bel fioretto stai facendo?
Quindi possiamo escludere che siano queste o consimili le motivazioni del furto, che già presupporrebbero la coltivazione di un sentimento di una qualche nobiltà.
 - Perché gli altri visitatori dicano: “oh, che bella tomba!”? 
E qui ci avviciniamo al vero e ci riportiamo al profilo del mariolo di fiori del mio giardino.

Prima che ladri, essi sono miserabili. 

Dediti all'apparenza quale valore unico della loro inutile esistenza, e privi dei neuroni necessari a far da sé, soffrono indicibilmente dell’apparenza altrui - 
oscura essendo alle loro menti bonsai la categoria della sostanza -  e così tendono a sporcarla e a mutilarla per alleviare il malessere che li accompagna per tutta la vita, condannati a vagare fra le bellezze altrui.

Bisogna avere pietà della loro sofferenza interiore.

E di fronte a tante sofferenze morali occorre intervenire e affiancavi anche delle sofferenze fisiche, sì che la loro mente svigorita si distolga, almeno per un po’, da quelle morali.
Per pura misericordia.


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