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Mi hanno rubato tre
piantine grasse dal giardino. Graziose e delicate, regalo e ricordo di amici
cari, stavano in un vasetto di terracotta sul bordo del muretto: le hanno
spiantate e se le sono portate via, presumo dopo un occasionale sopralluogo.
Che dire?
Miserabili.
Di quella specie tignosa cresciuta a pane e invidia che nulla di buono fa
nella sua vita e la dedica a sciupare quella altrui. Staranno, ora, le mie
piantine, nella casa di qualcun altro, che, guardandole, avrà il duraturo
ricordo della propria pusillanimità.
Non credevo che il fenomeno fosse tanto diffuso. Ho guardato in internet alla ricerca di un’immagine per questo post e sul
tema ho visto un oceano di cartelli, per lo più vergati a mano, che inveiscono,
minacciano e maledicono questa genia di marioli che si distingue nella categoria dei ladri in quanto arreca alle vittime
un dispiacere di gran lunga superiore al valore intrinseco della piantina o dei
fiori da morto portati via.
Me lo dicevi, e te li davo io i cinque euro per
andartela a comprare, una piantina uguale.
Per questo parlo di invidia, più che di ruberia. Sono quei miserrimi
personaggi che rompono la bicicletta degli altri perché loro non ce l’hanno,
che rubano il pallone non tanto per giocarci loro, quanto per togliere il
piacere agli altri. È la gioia degli altri che li fa
soffrire e che vogliono cancellare e non
potendo sopprimere le persone infieriscono sugli oggetti. Ma che bel giardino,
pensano, che belle piante. Il mio non è così. E soffrono. E
rubano le nostre piantine. Miserabili, appunto.
Diffusa anche, a quanto pare, è la figura del rubatore di
piante e fiori al cimitero: invece di andarli a comprare, i fiori li trovano
già belleppronti sulla tomba poco lontano. E qui siamo forse a un altro livello.
Perché portano i fiori ai morti?
- Perché
essi dall'alto ti vedono e apprezzano il gesto? Ma se dall'alto essi morti lo
vedono che li stai rubando da un’altra tomba, apprezzano lo stesso il dono
floreale?
- Perché il loro dio onnisciente apprezza
il bel gesto? Ma se lui lo vede che li stai rubando, i fiori, che razza di bel fioretto stai facendo?
Quindi possiamo escludere che siano queste o consimili le motivazioni del
furto, che già presupporrebbero la coltivazione di un sentimento di una qualche
nobiltà.
- Perché gli altri visitatori
dicano: “oh, che bella tomba!”?
E qui ci avviciniamo al vero e ci riportiamo al profilo del mariolo di
fiori del mio giardino.
Prima che ladri, essi sono miserabili.
Dediti all'apparenza quale valore unico della loro inutile esistenza, e privi dei neuroni necessari a far da sé, soffrono indicibilmente dell’apparenza altrui - oscura essendo alle loro menti bonsai la categoria della sostanza - e così tendono a sporcarla e a mutilarla per alleviare il malessere che li accompagna per tutta la vita, condannati a vagare fra le bellezze altrui.
Bisogna avere pietà della loro sofferenza interiore.
E di fronte a tante sofferenze morali occorre intervenire e affiancavi
anche delle sofferenze fisiche, sì che la loro mente svigorita si distolga,
almeno per un po’, da quelle morali.
Per pura misericordia.
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