Tutti vanno a Matera. Ma perché?
Questo
articolista non capisce cosa ci trovi la gente a visitar Matera; non capisce
cosa ci trovi la gente a fare l'amore (per lui l'amore è "copulare in modo ferino” e lo dice con
tono davvero schifato); non capisce perché mai le donne debbano essere attratte
dalla lettura, infatti secondo lui bisognerebbe impedirglielo, opinione pubblicata
su “Libero” il 30 novembre 2011
(Togliete i libri
alle donne così torneranno a far figli). Che strano:
lui i libri li scrive, ma desidera che metà dell’umanità non li legga. Come si
spiega questa contraddizione? Ma non sarà per caso che, al contrario, le donne
i libri suoi non se li filino proprio? E magari neppure l’autore? E questo,
diciamo, lo irrita un tantino?
Questo
articolista si occupa di gastronomia, ma non capisce come possa avere successo
Carlo Petrini il gastronomo di slow-food che, data la stimabilità
internazionale, viene definito da Time-Magazine uno
dei pochi “eroi del nostro
tempo”. Petrini piace a tutti? E a lui no. Forse
perché non è di Potenza. Però, questo articolista neppure concepisce che
l’ottimo scrittore potentino Gaetano Cappelli usi termini non italiani,
violando la regola autarchica del DUCE
che proibì l’uso di parole straniere a salvaguardia della italianità. Eppure:
Cappelli è di Potenza. E allora? Come si spiega?
Cosa
lo rode?
Questo
articolista non capisce la scienza moderna. Secondo lui bene hanno fatto a
Napoli a dar fuoco alla Città della Scienza, “dovevano farlo prima!”
ha sentenziato con il consueto livore, secondo la illuminata tradizione che
volle al fuoco scienziati e pensatori, Vanini, D’Abano, Servet, De Orta, Giordano
Bruno e per poco anche Galileo.
La
Scienza? L’articolista evidentemente si ferma alla geometria euclidea e alla concezione
tolemaica dell’universo: è convinto, cioè, che sia il sole a girare intorno
alla terra. Ed è di cattivo umore. Sempre.
Perché
il sistema solare - screanzato - disobbedisce alle scritture e soprattutto manca
di rispetto alla sua persona rifiutandosi di girare intorno a lui.
E
quindi, constatato che al mondo ci sono troppe donne che per giunta leggono
libri e vanno con gli altri; appurato che questo mondo è pieno di virilissimi
Materani (il che lo fa soffrire oltre misura), assodato che al mondo c’è
abbondanza di turisti grulli che visitano Matera, che l’universo è soggetto
alla relatività e non gira come piace a lui … lui si arrabbia moltissimo. E se
la prende con le donne, con la scienza, con l’evoluzionismo e con l’evoluzione
stessa, perdinci: la donna deve stare al posto suo, come ai bei tempi di
Gregorio XXIII: sul fuoco. O, in subordine, ai fuochi della cucina,
E
inveisce oggi, dalle pagine de “IL FOGLIO” contro Matera con un plus
di disprezzo e di livore che davvero non trova spiegazioni.
Forse
questo articolista non riesce proprio a capire perché turisti e viaggiatori non
corrano da tutto il mondo a visitare non Potenza e le sue bellezze, ma piuttosto la casa natale di lui medesimo?
Forse
davvero non si rassegna all’idea che il mondo intero possa non essere
interessato alla sua propria eccelsa persona che è la reincarnazione di
Arbasino. Già: così va dicendo di sé. Tanto: Arbasino non c’è più e non può più
prenderlo a metaforiche salaci pungenti pernacchie per levargli di testa questa
convinzione bislacca.
Questo
articolista, avendone inventato addirittura il genere letterario, scrive
recensioni, udite-udite … sulle messe. Nientemeno.
Ammirati,
dobbiamo esser quindi disposti a ben credere che così fulgido talento gli
consentirebbe anche di recensire degnamente il cambio di pneumatici invernali
ante-retro, che nel calendario liturgico italiano cade al 15 di novembre,
nonché la magia della affettatura rituale del salame pezzente presso le
salumerie condotte da pizzicagnoli romantici e romagnoli.
E
chissà cos’altro ancora.
Questo
articolista non lo conosco, ma me lo immagino scapolo, glabro
e maledicente. Non lo dico perché sono di Matera, ma, come dicono a Matera: “quello,
è proprio.”
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