A metà febbraio ho prenotato al CUP una visita specialistica; me l'hanno fissata al 31 ottobre. Però di quest'anno.
Qualcuno mi ripete che mi è andata bene, in fondo: ci sono prestazioni con liste d'attesa ancora più lunghe, anche metà 2019, un anno e mezzo da oggi.
Se invece volessi accedere alla visita in intramoenia, domani mattina già potrei essere visitato.
A pagamento.
Come sarebbe? Per visitarmi con il SSN non trovano tempo, mentre il tempo per le visite a pagamento lo trovano subito; così facendo, più tempo dedicano alle visite private, meno tempo rimane per quelle col solo ticket, di conseguenza, più visite private fanno, più lontana è la data per una diagnosi per chi non se la può permettere una visita a pagamento.
Eppure per ogni malanno si continua a ribadire l'importanza di una diagnosi precoce; salta subito all'occhio, invece, la discriminazione classista che consegue da tale sistema: se hai denaro, accedi presto alle prestazioni sanitarie, se non hai soldi da dare al medico - peraltro già profumatamente stipendiato dalla ASM - hai meno diritto alla diagnosi precoce.
Tutto il contrario del concetto base di sanità pubblica.
Tutto il contrario del concetto base di sanità pubblica.
Ma il Direttore Generale dell'ASM lo sa?
Il presidente della Regione col suo assessore alla sanità, le sanno queste cose?
Non credono, tutti loro, che sia necessario organizzare meglio il servizio sanitario per i cittadini e meglio vigilare la organizzazione dell'intramoenia in questa ASL al solo fine di perseguire l'unico scopo istituzionale di una Azienda sanitaria, che è la salute pubblica e non l'arricchimento dei suoi medici?
Se una visita intramoenia costa poniamo 100€ vuol dire che se in un giorno ne stipano 15 se non 20 di appuntamenti a pagamento, vuol dire che il dottore incassa 1.500-2.000€ al giorno, per molti giorni al mese, in aggiunta al cospicuo stipendio fisso del reparto.
Non credono, i nominati lor signori, di dover porre un limite alla avidità di questi clinici?
Alcuni amici mi hanno suggerito di invocare una tal legge per cui, se la prenotazione supera i 90 giorni, potrei fare istanza raccomandata al Presidente Regione, all'Assessore, al DG dell'Ospedale, al Primario, al Tribunale del malato e magari pure al Papa per ottenere una vista privata pagando il solo ticket, entro i tre mesi stabiliti dalla legge.
Come atto dimostrativo, andrebbe pure bene, ma nella pratica... mettersi ad andare a fare raccomandate, AR, code alle poste, spendere altri soldi, per essere poi ricevuti a forza da clinici immusoniti, non credo porti a nulla di serio.
E allora, dopo lunga riflessione, ho risolto il problema, ho prenotato una visita specialistica a pagamento.
In intramoenia, va bene.
Mi arrendo.
Spenderò del denaro.
Ma non lo darò ai medici dell'ospedale di Matera.
No.
Ho prenotato al Miulli di Acquaviva delle Fonti.
Forse non servirà a nulla, la mia scelta, se non a consentirmi di stare un po' meglio in minor tempo, ma, pensavo: e se facessimo tutti così? Se in massa, di fronte a liste troppo lunghe, disertassimo Matera per andare altrove?
Forse infine qualcosa si smuoverà, o forse no, ma quel che accadrebbe di certo è che avrebbero meno soldi questi avidi professionisti che ci fanno bancomat col servizio sanitario del madonnadellegrazie.
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