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sabato 8 dicembre 2018

capitalismo italiano

In Italia si calcola che che dal 2017 chiudono più di 200 imprese al giorno.
Un pezzo alla volta il sistema industriale italiano sparisce. 
Si intuisce quale sia la qualità dei nostrani "imprenditori". Finiti i trasferimenti statali e le svalutazioni della lira che gli hanno consentito per tutto il '900 profitti immensi mai reinvestiti né in ricerca né in innovazione, l'industria italiana un pezzo alla volta si squaglia al sole o migra all'estero. 


I nostrani "capitani coraggiosi" da rotocalco, messi di fronte a una reale competizione sul quel libero mercato che fingono di amare, dimostrano a conti fatti quanto sia inconsistente la loro capacità di innovare e produrre.
Capitalismo straccione, diceva qualcuno. 
Sono passati 100 anni ma la situazione non è cambiata, anzi.

Quale occupazione potrà ancora crearsi in Italia se mancano i datori di lavoro? 

Verranno dall'estero? 
A far cosa? 
A pagare mazzette alla mafia e ai politici? 
A far causa per 14 anni per farsi pagare fatture inevase in un paese dove ci sono più avvocati che imputati? 
No, che non verranno, anzi se ne stanno andando. 
Fra poco i disoccupati saranno così tanti che si invocherà dal basso la cancellazione dei CCNL e il ritorno al cottimo, già - di fatto - surrettiziamente ripristinato in molte attività. 

Se è rimasto qualcosa a sinistra di Forza-Renzi, è ora di mettersi a lavoro smettendo di pensare solo alle poltrone e agli appalti per gli amici.

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