Manca
del tutto, in questa campagna elettorale, la lettura economica e sociale del
paese e mancano, di conseguenza, programmi e progetti.
Mafia,
evasione fiscale, debito pubblico, sanità sempre più costosa, lavoro, giovani
che non avranno pensione, inquinamento, corruzione, analfabetismo dilagante,
fuga dei cervelli – questi fra i problemi più gravi del Paese – non sono sull'agenda né dei comizi televisivi né delle “riunioni” elettorali. I dibattiti sono vuoti
e incentrati su finti problemi (fake-news, ecc.) o tecnicismi procedurali, immagine
speculare del desolante livello cui si è ridotta ogni opposizione nelle varie
amministrazioni italiane.
Mai si
sente contestare nella sostanza le decisioni prese dalle giunte al potere; si
ascoltano solo minuetti di maniera sulle “verifiche”, sul “numero legale”,
sulla democratizzazione delle decisioni, con quello che significa.
Scomparsi
i tempi in cui si condannava i governi per scelte sbagliate dietro le quali –
spessissimo – si nascondono interessi privati o corruzione. Questa attività è
demandata ormai alla sola magistratura, la contesa politica non se ne occupa
più, se non per ridurre la capacità della magistratura di acclarare i fatti con
lacci laccioli e allungamento dei tempi sino alle tanto attese prescrizioni.
E intanto
il paese si impoverisce, i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più numerosi
e sempre più poveri, ma la politica ha altro da fare.
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