L'impensabile umorismo minore dei primi del novecento.
I protagonstui di alcune vignette avevano nomi improbabili che più che evocatori di humor erano a volte semplicemente ridicoli come quello di un povero soldato di leva non troppo sveglio che si chiamava "Tegamino", o un vecchio cow-boy chiamato "Joe-Bretella". Dello stesso stampo ma più famosi erano i nomi di personaggi come il Dottor Salasso, il doc un po' bevuto del fumetto West all'italiana che evocava il Doc di Ombre Rosse e il Doc Hollyday del grande cinema Western americano, sempre in coppia con Doppio Rum. Memorabili le imprecazioni preferite dai due amiconi, perfettamente intonate ai personaggi: il dottore beone scandiva sorprese e diappunti con "per mille laparatomie" mentre Doppio Rum, incerto sulle etiliche gambe ad arco del cavaliere incallito, gli faceva eco senza mediazioni con "per tutte le sbornie". I quaderni di scuola dell'epoca erano sobri, spartani, autarchici, regolamentati e soggetti a distrubuzione autorizzata con circolare del ministero della pubblica istruzione n. 37 protocollo n. 3356 del 8 luglio 1954. Eppure, malgrado la pesantezza del burocratese degno della Russia zarista, questi quadernetti indulgevano a volte all'umorismo, volevano - compatibilmente con i dettati della circolare - essere divertenti, attrattivi per i bambini che dovevano scriverci su.
Qui un quaderno che non riesco a ben datare, riporta sulla copertina in una striscia umoristica firmata da MASTRIANI, la vicenda breve di due ladri sfigati che rapinano, nientemeno, una salumeria. La fame era una delle esplicite piaghe sociali di un'Italia che ancora stentava a riprendersi dagli esiti di un regime culminato in una disatrosa guerra mondiale, tanto che il disegnatore non sembra condannare il gesto in sè del furto con scasso, ma pare voler dire che l'errore dei due ladroni sia piuttosto l'ingordigia che la ruberia: se si fossero accontentati di sfamarsi, forse non sarebbero stati scoperti e, magari, non sarebbero stati neppure meritevoli di sanzione, canina o incisiva che fosse. Anche la scelta dell'appellativo, "i due ladroni" riconduce a una sostanziale indulgenza evangelica verso chi per sfamarsi finisce in croce, non per malvagità delinque, ma per fame. Certo, è difficile che il padrone della salumeria potesse o possa oggi avere altrettanta indulgenza.
Qui la storiella e, sul retro in quarta di copertina, la immancabile tavola pitagorica con qualche esercizio grafico del disegnatore che ragalava ai bambini i profili di Paperino e di Tegamino.
(w/cody)*
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