Martedì 18 febbraio, alle 10.30, l’Uaar consegnerà in
Parlamento le più di 20mile firme raccolte per
chiedere a deputati e senatori l’abolizione del Concordato con la Santa
Sede.
La consegna avviene in una data significativa: il 18 febbraio
ricorre infatti il 30° anniversario della revisione del Concordato siglato
dall’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi e dal cardinale Agostino
Casaroli, Segretario di Stato.
Nonostante il nostro Paese abbia assunto sempre più i
contorni di una società secolarizzata e multireligiosa, il permanere in vigore
del Concordato garantisce alla Chiesa cattolica, sul piano legislativo, una
posizione di preminenza, riconoscendole ampi ed esclusivi privilegi:
dall’insegnamento della propria dottrina nelle scuole della Repubblica (con
docenti scelti dai vescovi ma pagati da tutti i contribuenti) all’assistenza
spirituale, dal regime speciale per il matrimonio religioso alle esenzioni
fiscali e doganali, fino agli obblighi, in capo al nostro Stato, di garantire la
sicurezza tra le mura del Vaticano.
«Da solo, il costo diretto e indiretto del Concordato grava
sui contribuenti italiani per circa tre miliardi di euro ogni anno, oltre un
miliardo a causa del solo Otto per Mille», si legge nel testo della petizione
che sarà consegnata in Parlamento: «Una spesa ingiustificata, a maggior ragione
in tempi di gravissima crisi economica. È ormai tempo di intervenire e di
superare una situazione di palese violazione di principi fondamentali della
nostra Repubblica, quali la libertà, la giustizia, l’eguaglianza, la
laicità».
Per questo i firmatari chiedono: di denunciare
unilateralmente il Concordato; di sostituire gli articoli 7 e 8 della
Costituzione con l’affermazione esplicita del principio di laicità dello Stato;
di approvare una legge generale sulla libertà di coscienza che superi la
normativa fascista sui “culti ammessi” e che riconosca a credenti e non credenti
uguali diritti e doveri.
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Propongo
un garante: Camillo Benso conte di Cavour, presidente dell’associazione Libera
Chiesa in Libero Stato. (FM)
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lunedì 17 febbraio 2014
Aboliamo il Concordato!
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