- La Corte dei Conti calcola che in Italia ogni 100€uro fatturate dalle imprese ce ne sono 38 NON fatturate.
- Confindustria stima un’evasione fiscale e contributiva a 122,2 miliardi di euro nel 2015, pari al 7,5% del PIL.
- Al fisco vengono sottratti quasi 40 miliardi di IVA, 23,4 di IRPEF, 5,2 di IRES, 3,0 di IRAP, 16,3 di altre imposte indirette, cui si aggiungo 34,4 di contributi previdenziali.
- Imprenditori e autonomi dichiarano redditi inferiori a quelli dei loro stessi dipendenti.
- Evasione, elusione e "nero" ammontano a centinaia di MILIARDI l'anno.
Questa lettera ne è la prova.
Quanto è costato fra esami, ricerche, controlli, raccomandata, verifiche, ore di lavoro ordinario e straordinario spulciare tutti i ticket dell'anno 2010 per andare a beccare una anomalia di 2 pagamenti da €36 + 36€?
E se consideriamo che quella omissione quasi certamente è imputabile a chi non l'ha riscossa, più che a chi non l'avrebbe pagata, visto che per quell'anno si tratta di sole due occasioni su decine e decine di analisi fatte dall'anziano destinatario della "diffida e messa in mora", il quale ha pagato normalmente i tickets su tutte le altre prestazioni, abbiamo la dimensione del grottesco che ci sovrasta.
Con quello sforzo e dispendio organizzativo teso a stanare 72 €uro di errato ticket, somma che non vale neppure la raccomandata della notifica, avrebbero potuto stanare evasioni milionarie e ottenere, a parità di spesa, non 72 €uro ma milioni di €uro di reintegro all'erario del dovuto.
Invece la PA, non trova - stranamente - tempo e risorse per stanare i mascalzoni che evadono grossi malloppi sotto gli occhi di tutti, alla luce del sole, senza pudore, e invece si accanisce sui pensionati che già tutto pagano e che - probabilmente - non hanno il potere di "accontentare" gli inflessibili ispettori nè hanno mandatari o rappresentanti nel governo.
Questo è il paese guasto che abitiamo per sbaglio.
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