Un 25 aprile senza Bellaciao
è come un Natale senza
Tuscendidallestelle.
Eppure nelle
celebrazioni del 25 aprile di Matera, da diversi anni, Bellaciao è stata
censurata, è scomparsa dal repertorio bandistico che accompagna la celebrazione
ufficiale della Liberazione.
La fanfara, oltre all’Inno
di Mameli, intona il Piave (!), che ben poco ha a che fare con la Liberazione,
e altre marcette meno note: Bella Ciao è stata cancellata.
Si mormora che
qualcuno ritenga divisivo intonare questo canto, si dice che qualcuno pensa che
sia di parte; ma non si può credere che tale approssimativa conoscenza della Storia
patria, che tali opinioni errate - magari diffuse fra la popolazione meno
accorta e informata - possano albergare nella mente di chi, da vari scranni,
governa la città. Non possiamo crederlo.
Allora come si
spiega questa censura?
Il canto, nato da una antica
nenia popolare italiana e usato dalla Resistenza quale inno partigiano, negli
anni è stato adottato in molte altre parti del mondo fino a divenire il canto per
eccellenza di ogni Resistenza contro ogni autoritarismo, contro il fascismo in qualsiasi
forma esso si manifesti nel mondo. Di recente è stato adottato anche come inno
di chi lotta per salvaguardare il pianeta dall’inquinamento.
E allora^? Canto di liberazione
in tutto il mondo, Bella ciao a Matera viene censurata perché considerata una
canzone di parte?
Di parte? Ma quale
parte?
Ebbene è vero, Bella
ciao è di parte.
La liberazione fu di
parte, essere partigiani vuol dire essere di
parte, essere cioè dalla parte della democrazia e della
libertà; dall'altra "parte" ci stavano i fascisti e i nazisti con
le loro mostruosità, con i loro crimini contro l’umanità.
Quelli che da anni a
Matera censurano Bella ciao … da che parte stanno?
Dalla parte della libertà,
fraternità, uguaglianza e della democrazia o stanno dall’altra parte?
Oggi ci si deve domandare:
è abbastanza chiaro a chi dai vari palazzi governa il Paese e la nostra città
che il fascismo non è un’opinione politica ma che il fascismo è un crimine?
Quest’anno la
organizzazione spontanea di cittadini democratici, autoconvocatisi con un “evento”
lanciato sui social, ha cercato di sopperire alla dimenticanza istituzionale
intonando Bella ciao durante
la celebrazione ufficiale, adunandosi spontaneamente sotto la bandiera dell’ANPI.
Al gruppo si sono subito aggregati molti dei turisti che in quel momento affollavano
la piazza di Matera, consapevoli che a casa loro, nelle loro città, il 25
aprile la banda suona innanzitutto Bella Ciao e la piazza festosa la canta in
coro.
Questa spontanea manifestazione
che ha colto di sorpresa gli organizzatori dell’evento, ha trovato eco sul
Corriere del Mezzogiorno che a firma di Antonella Ciervo ha dato conto della
notizia e sul Giornalemio.it a firma di Franco Martina.
Fra la gente in
piazza e nelle ore successive l’iniziativa ha raccolto moltissimi consensi.
Si fa appello ora a
chi governa la città e ai dirigenti dell’ANPI
affinché anche a Matera capitale della
cultura, Bella Ciao torni a essere,
accanto all’Inno di Mameli, il canto protagonista
e identitario di un paese che ha lottato per liberarsi dagli orrori del
fascismo e del nazismo.
Speriamo che il
prossimo anno tutta la piazza possa cantare non solo l’Inno Nazionale ma anche Bella
Ciao, accompagnata dalla banda.
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