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venerdì 26 aprile 2019

Un 25 aprile senza Bella ciao è come un Natale senza Tuscendidallestelle.


Un 25 aprile senza Bellaciao 
è come un Natale senza Tuscendidallestelle.

Eppure nelle celebrazioni del 25 aprile di Matera, da diversi anni, Bellaciao è stata censurata, è scomparsa dal repertorio bandistico che accompagna la celebrazione ufficiale della Liberazione.
La fanfara, oltre all’Inno di Mameli, intona il Piave (!), che ben poco ha a che fare con la Liberazione, e altre marcette meno note: Bella Ciao è stata cancellata.
Si mormora che qualcuno ritenga divisivo intonare questo canto, si dice che qualcuno pensa che sia di parte; ma non si può credere che tale approssimativa conoscenza della Storia patria, che tali opinioni errate - magari diffuse fra la popolazione meno accorta e informata - possano albergare nella mente di chi, da vari scranni, governa la città. Non possiamo crederlo.
Allora come si spiega questa censura?
Il canto, nato da una antica nenia popolare italiana e usato dalla Resistenza quale inno partigiano, negli anni è stato adottato in molte altre parti del mondo fino a divenire il canto per eccellenza di ogni Resistenza contro ogni autoritarismo, contro il fascismo in qualsiasi forma esso si manifesti nel mondo. Di recente è stato adottato anche come inno di chi lotta per salvaguardare il pianeta dall’inquinamento.
E allora^? Canto di liberazione in tutto il mondo, Bella ciao a Matera viene censurata perché considerata una canzone di parte? 
Di parte? Ma quale parte? 
Ebbene è vero, Bella ciao è di parte.  
La liberazione fu di parte, essere partigiani vuol dire essere di parte, essere cioè dalla parte della democrazia e della libertà; dall'altra "parte" ci stavano i fascisti e i nazisti con le loro mostruosità, con i loro crimini contro l’umanità. 
Quelli che da anni a Matera censurano Bella ciao … da che parte stanno?
Dalla parte della libertà, fraternità, uguaglianza e della democrazia o stanno dall’altra parte?
Oggi ci si deve domandare: è abbastanza chiaro a chi dai vari palazzi governa il Paese e la nostra città che il fascismo non è un’opinione politica ma che il fascismo è un crimine?

Quest’anno la organizzazione spontanea di cittadini democratici, autoconvocatisi con un “evento” lanciato sui social, ha cercato di sopperire alla dimenticanza istituzionale intonando Bella ciao durante la celebrazione ufficiale, adunandosi spontaneamente sotto la bandiera dell’ANPI. 

Al gruppo si sono subito aggregati molti dei turisti che in quel momento affollavano la piazza di Matera, consapevoli che a casa loro, nelle loro città, il 25 aprile la banda suona innanzitutto Bella Ciao e la piazza festosa la canta in coro.
Questa spontanea manifestazione che ha colto di sorpresa gli organizzatori dell’evento, ha trovato eco sul Corriere del Mezzogiorno che a firma di Antonella Ciervo ha dato conto della notizia e sul Giornalemio.it a firma di Franco Martina.
Fra la gente in piazza e nelle ore successive l’iniziativa ha raccolto moltissimi consensi.
Si fa appello ora a chi governa la città e ai dirigenti dell’ANPI affinché anche a Matera capitale della cultura, Bella Ciao torni a essere, accanto all’Inno di Mameli, il canto protagonista e identitario di un paese che ha lottato per liberarsi dagli orrori del fascismo e del nazismo.
Speriamo che il prossimo anno tutta la piazza possa cantare non solo l’Inno Nazionale ma anche Bella Ciao, accompagnata dalla banda.


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