Si sa come va con il calcio, in Italia: ognuno, sentendosi il nuovo Bearzot, elabora le ricette e le strategie per vincere campionati e coppe. Al bar, la sera, ciascuno illustra la sua ricetta e chiede riscontro agli avventori e qualcuno dissente e poi rilancia e si indigna per la altrui pochezza e i toni si alzano e corrono gli insulti e le parole grosse.
Intanto, nell’ombra, qualcuno decide chi vince e chi perde, chi segna e chi incassa e che tipo di tredici deve uscire sulla schedina, secondo la grana scommessa dove gira, mentre il popolo si affanna ad agitare gagliardetti e bandierine.
L’economia sta diventando come il calcio: capi di stato, ministri e consulenti si riuniscono e discutono, lanciando storiche proposte e sottoscrivendo infallibili ricette che giornali, fondazioni e colpi d’agenzia rilanciano divulgano e commentano, mentre i talk-show inscenano corride e sarabande.
Intanto, nell’ombra, qualcuno decide chi vince e chi perde, chi si deprezza e chi incassa e che tipo di rating deve uscire nell’outlook del giorno dopo, secondo la grana investita dove gira, mentre il popolo si affanna ad agitare bandiere e gagliardetti.
(w/cody)
in linea di massima è così ma i mercati sono sempre meno liberi di fare il bello ed il cattivo tempo in Europa perchè la BCE comincia a funzionare.Quello che possono fare è aspettare il sereno o provocare la pioggia e se gli Stati Sovrani li assecondano è così.Pio
RispondiEliminatutto illustrato molto bene in "Questa città che sanguina" di alex preston
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