Questi abusi del diritto contribuiscono ad alimentare il
clima favorevole allo smantellamento delle garanzie per i lavoratori.
Un clima sbagliato, antistorico ma che rischia di riuscire a
togliere i diritti a tutti i lavoratori corretti, riportando alla barbarie
dello sfruttamento selvaggio sui posti di lavoro,
Anche il sindacato su questi temi deve fare una
riflessione.
I diritti di oggi sono stati conquistati con lotte durissime
che hanno visto i lavoratori schedati, arrestati, picchiati. La polizia sparava
ad altezza d'uomo contro i cortei dei lavoratori che manifestavano per migliori
condizioni di lavoro. A Reggio Emilia nel 1960, per esempio, la polizia sparò a mitraglia e uccise cinque operai fra dozzine di feriti; seguirono anni
di forti tensioni che sfociarono nell’autunno caldo del ’69, la Strage di
Piazza Fontana ecc.
Nelle fabbriche degli anni ’60 veniva cronometrato il tempo
che il lavoratore passava al cesso e non era ammessa la minima distrazione
dalla produzione, altrimenti con le “multe” venivano scalati soldi dallo
stipendio proporzionali ai minuti perduti, altro che pause o uscite a far la spesa.
Gli orari di lavoro erano infiniti, il licenziamento di
assoluta discrezionalità personale del padrone o del capo-reparto, chi si
ammalava perdeva quasi sempre il lavoro, le donne che aspettavano un figlio
venivano licenziate perché non producevano abbastanza oppure andavano a lavorare
sino all’ultimo giorno prima della nascita e tornavano a lavorare subito dopo.
Su questi temi si sono raggiunti risultati di grande civiltà
con lo Statuto dei lavoratori del ’70 che assicura buone garanzie ai lavoratori.
Ma lo spirito illuminato di una buona legge si basa sulla
presunzione di correttezza delle parti in causa.
E triste osservare che dalla legge in poi, il 90% delle
donne che aspettano un figlio, guarda caso, denuncia minacce di aborto e non va
a lavorare sin dal terzo mese. Un dato innaturale, un abuso che offende le
lavoratrici oneste e chi quei diritti li ha conquistati col sangue.
Peggior uso vien fatto dei permessi parentali della legge
104, troppo spesso buoni appunto per Capodanno e del diritto all’assenza per
malattia e per donazione sangue.
I sindacati dovrebbero denunciare gli abusi, prendere le
distanze da lavativi e furbetti per meglio tutelare i diritti dei lavoratori
per bene, cessando di essere, come a volte accade, l'usbergo garantista di
nullafacenti e furbacchioni.
Ti –vi meravigliate? Ma non facciamo di tutta l’erba un fascio.
RispondiEliminaQuando scompare il senso di responsabilità, si guarda al mansionario e quadri e dirigenti guardano dall’altra parte per vari motivi.
Il risultato è quello di Roma. Appello giusto ma è il caso di togliere l’usbergo e disarcionare i cavalieri del nulla. Quanto a cavalli e cavalieri semo a Roma…e se sente l’a-roma de braciole der Tevere… Ce vorebbe quer ‘’pizzardone’’ de Arbertone Sordi, vigile integerrimo fino a farsi degradare. Un vigile d’altri tempi:.. paletta , verbali e fischietto…’’vigile’’ perfetto.
(francomartina)
sarà un caso ma vengono fuori tutti i casi indegni, certo sono enfatizzati ma sono lì alla vista di tutti ed i sindacati che fanno? trovano la pezza a colori.
RispondiEliminaI nostri padri si ribellerebbbero nel vedere le loro lotte messe sotto i piedi da una marea di imbroglioni che sottraggono risorse ai loro figli.Se in questo mondo c'è chi ne approfitta ci saranno altri che ci rimettono, altro che solidarietà di classe. Pio
i nostri padri e fratelli si ribellerebbero, verissimo, caro Pio.
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