Tutta la retorica sul miglioramento che l'informatica apporta
alle nostre esistenze deve però spingerci a indagare sul prezzo che questo
comporta e a domandarci chi paga il conto dei nostri agi. Al di là delle
ricadute sociali che comporta l'alienazione dai rapporti reali di giovani e
meno giovani impegnati molte ore al giorno con smartphone e pc, esistono anche
altre ragioni che dimostrano che lo sviluppo tecnologico ha ben poco di
sostenibile per milioni di esseri umani.
Chiariamo subito un punto: non si tratta di essere contrari
alla modernizzazione e allo sviluppo tecnologico, è piuttosto un atto di accusa
al sistema economico e sociale all'interno del quale avvengono questi processi.
Con una lucida analisi marxista alcuni militanti del Partito Comunista dei
Lavoratori (PCL), proprio in occasione dell'ultimo internet festival tenutosi a
Pisa a ottobre, hanno pubblicato un documento fortemente critico contro un
sistema che grava sull'ambiente e sulle vite di numerosi lavoratori di alcuni
Paesi dell'Africa e del Sud-Est asiatico.
I dati raccolti nel documento fanno riferimento a una ricerca
svolta da Timothy Longman, professore associato all’Università di Boston ed ex
osservatore per i diritti umani per conto del Dipartimento di Stato
statunitense nel Congo orientale e Julie Kingler, anch'essa professoressa
all'Università di Boston. Longman e Kingler denunciano le condizioni di
schiavitù in cui lavorano in Congo gli addetti all'estrazione del coltan,
minerale utilizzato per la fabbricazione di computer e smartphone in quanto
altamente conduttore. Si parla chiaramente di condizione di schiavitù con
esseri umani ostaggio di organizzazioni paramilitari e costretti a lavorare
senza sosta per turni infiniti che arrivano a dieci ore al giorno. Tutta la
dotazione in mano agli estrattori consiste in una pala e non esiste alcuna
misura di sicurezza, inoltre molti scavano scalzi e a mani nude. Non è raro
incontrare in questo contesto anche donne impiegate nell'estrazione e che non
possono astenersi dal lavoro nemmeno nel periodo della gravidanza: la pena per
essersi assentati dal lavoro potrebbe consistere in pestaggi o stupri.
La seconda parte del documento redatto dal PCL riguarda la
compagnia Foxconn. Si tratta di una
delle maggiori fabbriche di apparecchiature informatiche al mondo i cui
lussuosi uffici amministrativi si trovano a Tucheng, in Taiwan, ma nei suoi
impianti di produzione le condizioni di lavoro sono pessime: le leggi della
Repubblica Popolare Cinese prevedono che un lavoratore non possa cumulare più
di 36 ore di turni aggiuntivi al mese ma sono sistematicamente violate e molti
ne svolgono fino a 100, con tanti saluti alle 8 ore di sonno necessarie agli
esseri umani: un pluslavoro di 64 ore comporta che, in una singola giornata, un
lavoratore si trovi a dover lavorare dalle quattro del mattino fino a notte
fonda. Anche in questo caso ai lavoratori non è fornito l’abbigliamento
produttivo adeguato al loro lavoro. Spesso sono trattenuti in fabbrica
nottetempo per presenziare a riunioni che poi non figurano nella loro paga
mensile e sono tenuti a fare il turno di notte anche per un mese di fila per un
modesto premio salariale ma il riposo durante il giorno è poco, in dormitori in
cui sono tenute a dormire fino a 10 persone tutte insieme. Sono in tanti a non
reggere questo sfruttamento violento e disumano e a togliersi la vita, per lo
più giovani dai 18 ai 24 anni di età. A proposito dell'età va ricordato come
per risparmiare sugli stipendi per i lavoratori, la Foxconn ha pensato bene di
far lavorare alla catena anche dei minorenni, soprattutto liceali.
In questo contesto si inseriscono anche le organzzazioni
criminali, a cominciare dalla camorra, che spesso coordinano le importazioni di
generi di consumo dall'Asia, come più volte spiegato dallo scrittore Roberto
Saviano.
Un articolo di David Sarno sul Los Angeles Times riporta come
anche marchi come Apple, Nintendo, Dell, Hewlett-Packard, Sony e Amazon
collaborino con la Foxconn occultando con una maschera di glamour le violenze
sui lavoratori.
Questi sono i modi di produzione dello “sviluppo sostenibile”
sbandierato ai quattro venti dai politici dei partiti borghesi, e dunque questa
è la base materiale della “competitività” alla base della “crescita” che
comporterebbe “sviluppo”. La menzognera retorica liberista è smascherata dalla
scienza marxista, che rivela che a crescere e svilupparsi sono solo i capitali
dei padroni, che competono con la dignità e la vita degli operai.
Una questione che tra l'altro è strettamente connessa anche
al fenomeno migratorio. Oltre ai conflitti armati infatti, anche le devastazioni
ambientali provocate dalle multinazionali e lo sfruttamento disumano perpetrato
ai danni di milioni di lavoratori contribuiscono a spingere molte persone a
lasciare il proprio Paese con la speranza di trovare una vita migliore altrove.
Una riflessione che però non trova spazio nel dibattito politico borghese, dove
nella contrapposizione tra “porti aperti” e “porti chiusi”, non trova spazio il
paradosso capitalista che è all'origine di tutto il problema.
LINK UTILI E FONTI: “Conflict and Coltan in Eastern Congo”,
in https://www.youtube.com/watch?v=F5VZtJDYWNM
(Url consultata il 24/10/19).
Gurman, Mark, “Apple, Foxconn
Broke a Chinese Labor Law for iPhone Production”, in https://www.bloomberg.com/news/articles/2019-09-09/apple-foxconn-broke-a-chinese-labor-law-for-iphone-production
(Url consultata il 24/10/19).
“Inside Foxconn: interviews
with factory workers making iPhones and other Apple products”, in https://www.youtube.com/watch?v=-kM58QeNd6E
(Url consultata il 24/10/19).
Sarno, David, “Firm shaken by suicides”,
in https://www.latimes.com/archives/la-xpm-2010-may-26-la-fg-china-suicides-20100526-story.html
(Url consultata il 24/10/19).
George, Richard, “iPhone, Wii
U Manufacturer Admits to Employing Children”, in https://www.ign.com/articles/2012/10/18/iphone-wii-u-manufacturer-admits-to-employing-children
(Url consultata il 24/10/19).
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