La cultura umanistica è
fatta di parole, di ausiliari che aiutano,
ausiliano appunto, la coniugazione del linguaggio e quindi la declinazione
dell'esistenza che è la consecuzio di atti che si dipanano lungo le rive di
regole condivise, di culture note mentre
il linguaggio rimane motore e specchio dell'esistenza: per il tramite dei suoni
linguistici il pensiero diviene trasmissibile e la comunicazione diviene essa
stessa conoscenza e pensiero nella infinita articolazione possibile di
collegamenti semantici che danno conto del dipanarsi del pensiero in sostantivi
aggettivazioni verbi e sue declinazioni.
Oggi, ausiliari come "avere"
o come "essere", sono verbi scissi e dalle coniugazioni ormai aliene, sono una
coppia del passato, roba da Erich Fromm che nel '77 ancora ne studiava le
cointeressenze.
"Avere" ha
dismesso la compagnia con "essere", e si è accompagnato sempre più
spesso con "dare" sino a divenire con questo altro verbo una coppia di
fatto e stabile.
Dare e avere sono
gli ausiliari più solerti che facilitano la coniugazione di ogni altro
verbo: pur se non tracciati, ausiliano, anche nel sottinteso, lo svolgimento di
ogni azione.
Gli Umanesimi
vagheggiavano la centralità dell’uomo nell’universo; alchemizzando fra l’essere e
l’apparire, praticavano lo studio delle arti e delle lingue come
elevazione spirituale dell’uomo, punto di riferimento centrale per la
riflessione filosofica. Ponendo al centro la dignità dell’uomo, la cultura
umanistica almanaccava fra l’essere e il non-essere; dicotomia sbaragliata dal
compromesso dei verbi che non si negano a vicenda, ma si completano nella gelida
armonia della prtita doppia: "dare e avere".
Scompare il sì e il no,
scompare il bene e il male e si passa alla definizione delle loro quantità e del
loro prezzo sui mercati internazionali.
Si calcola lo spread
esistente fra un morto italiano e un annegato profugo caduto dal gommone e al suo possibile bilanciamento: costi e ricavi, fonti e impieghi, attivo e
passivo, per definire un utile per dividendi o un disavanzo da colmare, le cui
viariazioni divengono spread che a buon diritto ormai sinistramente si
affianca al logos.
Al famoso prologo
"In principio era il logos e dio era il logos", si affianca "in
principio era lo spread e dio era lo spread"
Dapprima essere e avere al posto di essere e apparire, e infine "dare e avere", gli unici ausiliari possibili e totipotenti da cui
discendono in nuove caste grammaticali tutti i verbi servili: potere, volere,
dovere.
Gli umanesimi non sono stati sconfitti
dall’anticristo, ma dalla ragioneria.
(w/cody)
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