Un 25
aprile senza Bellaciao è come un Natale senza
Tuscendidallestelle.
In
piazza a Matera. nelle celebrazioni del 25 aprile, temo che neanche quest'anno
si suonerà il più popolare canto di Liberazione che il
mondo intero ci riconosce.
L'anno
scorso udii uno vestito da bersagliere che si vantava di essere stato lui a
impedire che la banda la suonasse: Bellaciao,
secondo costui, è una canzone di parte e quindi non va bene.
Di
parte? Quale parte?
La liberazione
fu di parte, è vero, dalla parte della democrazia e della libertà:
dall'altra "parte" ci stavano i fascisti e i nazisti.
Questo
strano bersagliere, da che parte sta? Ha capito qualcosa della Storia? Forse
non molto.
L'altra
ipotesi è che costui stia dall'altra "parte", sia cioè un fascista
travestito da bersagliere.
E
allora, in quella sfilata, lui, non c'entra nulla.
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P.S.
Infatti.
La banda
ha suonato solo una marcetta d'accompagnamento, quel bersagliere
quest'anno non c'era, ma anche senza di lui, la musica ... non cambia.
In
piazza, rappresentanze di combattenti, di vigili urbani, carabinieri, alpini,
bersaglieri, polizia, soldati, marinai.
E
intorno, dietro le transenne, pochissima gente, per lo più parenti degli uomini
in divisa, a guardare i loro cari in alta uniforme. Sul palco, il solito
schieramento di politici. Discorsi di maniera, di circostanza: il coraggio,
l'eroismo, i ragazzi...
il
discorso dell'ineffabile democristiano dal volto umano, immarcescibile, che da
200 anni sta sempre sui palchi e là dove maturano appannaggi, che ripete
il mantra osceno che i morti sono tutti uguali.
Fascisti-nazisti
e partigiani, son tutti uguali, vittime e carnefici, tutti uguali, torturatori
e torturati, tutti uguali, nella solita marmellata ipocrita che ha il solo
scopo, sin dal 1946, di annullare il ricordo della Resistenza.
In un
lapsus freudiano la Prefetta materana ha detto in una intervista alla TV,
espressamente, che si ricorda oggi "la lotta alla Resistenza",
più chiaro di così... (vedi il filmato qui sotto da 5:20 in poi)
E
l'opera è praticamente compiuta: in piazza non c'era quasi nessuno, neanche i "compagni"
di sinistra, ché la festa la hanno lasciata nelle mani di quelli che la
vogliono cancellare.
Finito
il PCI, la celebrazione è ora affidata :
a quelli che
sono sopra le parti, quelli del so' tutti uguali (gli indifferenti che Gramsci
disprezzava),
alla
chiesa che con i Nazisti aveva fatto un
Concordato di alleanza simile a quello firmato con i regime fascista in Italia,
chiesa che non era neutrale (e sarebbe stato già grave) ma era schierata
espressamente dalla parte del nazismo e del fascismo,
e ai
fascisti dichiarati che, follia del trasformismo, vanno sul
palco a manifestare contro se stessi, a impadronirsi della Liberazione per
cancellarne la memoria.
Cosa
rimane di questa festa di Liberazione?
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