Con generosità e candore ci precipitiamo,
commossi, a sottoscrivere petizioni per salvare una vita in pericolo, un
condannato a morte, un malato abbandonato, una donna schiavizzata.
La proposta di firmare spesso ci arriva sui social
da qualcuno dei nostri “amici” che stimiamo e con il quale sappiamo di avere in
comune ideali di giustizia e di solidarietà, per cui è con maggior convinzione
che clicchiamo sul link e forniamo i nostri dati anagrafici e l’indirizzo di
posta elettronica al quale, da subito, cominciano a pervenire proposte di
firmare e FAR FIRMARE altre petizioni sulle più disparate questioni che
affliggono il pianeta e il sistema solare, satelliti inclusi. All'istante la
petizione compare sul nostro profilo e ai nostri contatti si suggerisce di firmare
la medesima petizione, fornendo così al sistema, in progressione geometrica, i
dati di milioni di persone che in comune hanno il buon cuore, oppure sono
contrari alla pena di morte, oppure sono pacifisti, eccetera, secondo la
questione che vien posta.
Un po’ seccato, in verità, per il subisso di mail,
non ci ho fatto troppo caso sino a quando non mi è stato proposto di firmare
una petizione sul seguente tema formulata più o meno così:
"Poche persone detengono quasi tutta la
ricchezza del pianeta, mentre 30.000 persone al giorno muoiono di fame: ti pare
giusto? Se non ti pare giusto, firma la petizione."
Sono evidenti qui due cose:
1)
La demenzialità della
petizione: a chi diavolo si manderebbe un ricorso del genere? Al governo? A
Trump? Alla BCE? Al padreterno che immantinente prenderebbe provvedimenti, non
essendo venuto ancora a conoscenza del fenomeno?
2)
La possibilità di
acquisire le mail di milioni di persone che sentono
il problema è gigantesca.
Chi diavolo è che ama tanto il prossimo da stare
tutto il giorno da anni sui social a raccogliere petizioni per ogni bega al
mondo? Quanto gli costa tenere in piedi questa capillare rete informatica?
E infine si scopre l’arcano: è una ditta che
raccoglie dati e li rivende e per adescare la gente utilizza le petizioni
umanitarie.
Ciascuna delle nostre mail vale1 €uro, ma se l’acquirente
compra uno stock più consistente, gli fanno lo sconto a 85 cent. Che gentili.
Ogni raccolta firme frutta dai 10 ai 100.000 €uri; a volte molto di più.
Ma soprattutto bisogna chiedersi; che me fanno gli acquirenti dei dati comprati? Come utilizzeranno la lista di tutti quelli che sono contrari alla pena di morte o alla guerra o allo sfruttamento delle persone?
Proposta:
lanciamo una petizione
per abolire
queste ditte?
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