"In Italia c'è una contraddizione, attuale ma storica perché
vecchia di secoli: come mai gran parte degli italiani è politicamente indifferente e perché un quarto almeno dei non
indifferenti vota da vent'anni per Berlusconi?
La risposta l'abbiamo data già molte volte ma è bene
ripeterla in un Paese di corta memoria: indifferenti
o berlusconiani o grillini, odiano lo Stato, le istituzioni, la politica.
Per secoli hanno visto la loro terra governata da Stati stranieri e tirannici,
Signorie, altrettanto tiranniche, una borghesia inesistente, una cultura
ristretta a ceti privilegiati, un'economia di rapina.
Di qui il ritrarsi nel proprio interesse particolare, il disprezzo dell'interesse pubblico, la fragilità d'ogni tentativo di modernizzazione affidato ad élite presto trasformatisi in caste.
Questa è stata la storia del Paese e di questa paghiamo il prezzo, sperando in una svolta che ci consenta di uscirne."
Di qui il ritrarsi nel proprio interesse particolare, il disprezzo dell'interesse pubblico, la fragilità d'ogni tentativo di modernizzazione affidato ad élite presto trasformatisi in caste.
Questa è stata la storia del Paese e di questa paghiamo il prezzo, sperando in una svolta che ci consenta di uscirne."
Eugenio Scalfari
8 settembre 2013
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Troppi padri di famiglia italiani,
cristianissimi, democraticissimi e repubblicani solo il 2 di giugno (forse),
insegnano ai loro figli, nei fatti e con l'esempio, che furbo-smart è quello che non paga le
tasse, che salta la fila, che passa col rosso, che butta i rifiuti dal
finestrino, che piglia lo stipendio senza lavorare facendosi mantenere dalla
fatica altrui.
Il “senso dello Stato”, in larghi strati della
società, è assente; in quei territori sociali la democrazia è come la
festa degli alberi alla scuola elementare il 21 di novembre, quando la maestra
dice la poesiola e tutti si canta, si pianta un bell’alberello mentre si
abbattono centinaia di pini secolari per fare posto ai parcheggi
nell’indifferenza generale, e il preside fa un bel discorso sull’ambiente
mentre tutti trattenendo il ghigno gli "abbattono" le mani
aspettando l’otto dicembre per “abbattere”
l’abete nuovo e metterci le palle di natale.
Questi i cittadini che il potere alleva con premura, li addestra al conformismo ipocrita e li usa
come clave alle elezioni promettendogli tanti bei balocchi.
I mass media mostrano che qualcuno davvero li ottiene
quei balocchi promessi, il posto, la lotteria, il sussidio e quindi c’è speranza, accade, quindi è vero, domani
potrà capitare anche a me.
(w/cody)*
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