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martedì 11 settembre 2012

Telegiornali o Pelegiornali?

Ma che sta succedendo ai Pelegiornali? Sono cambiati, anche nella scenografia e le notizie sono quasi scomparse. La mezz’oretta del Pg1, per esempio è scandita così. Si apre con l’antipasto del giorno, non troppo vario, di politica premasticata. Il piatto di mezzo del giorno, di ogni giorno, è naturalmente il papa: ciò che ha detto sulle beatificazioni in corso, quello che ha mangiato ieri sera, la sua opinione autorevole sulla coltivazione delle barbabietole da canna del Madagascar; non mi meraviglierei se cominciasse a dare anche qualche ricetta alle massaie, così, tanto per l’audiens. Tutto ciò nei primi dieci minuti, allungabili a quindici se c’è qualche funerale con applausi incorporati di personaggi illustri. E per secondo? Il piatto forte è la pubblicità. No, non dicono che è pubblicità, dicono che sono importanti notizie, e partono i servizi sull’ultimo libro di Tizio, l’ultimo concerto di Caio, sull’ultimo disco della cantante Sempronietta, sullo spettacolo al teatro Ics dell’attore Ypsilon. E spesso fanno anche degli scoop giornalistici, per esempio, quando esce l’ultimo modello della automobile commonrail abs col satellite lunare incorporato: allora il diritto di cronaca li porta, con sprezzo del pericolo, a impugnare la telecamera e filmare, in condizioni proibitive, le prestazioni del veicolo in promozione dal tuo concessionario. Roba da premio Pulizer, non scherziamo. 

Dopo il piatto forte, arriva il dessert giornaliero: il pallone. Chiedo scusa per il refuso, volevo dire il Pallone, con la maiuscola, e qui, altro che le condizioni operaie nel Sulcis, qui sì che vengono forniti i dettagli minuziosi della notizia. Infine, le informazioni sul programma fortunato di turno di RaiUno, a scelta, la fiction o il quiz. Che ha il solo senso di promuovere il programma serale per aumentarne l’ascolto e quindi far cosa gradita agli inserzionisti pubblicitari del programma stesso. Cioè fanno pubblicità alla pubblicità che tormenterà la trasmissione delle ventuno. Geniale. Mi è divenuto difficile guardare il Pelegiornale. Mi devo accontentare dei PG locali. Che sono esemplari. C’è in giro tanta di quella stampa faziosa e tendenziosa che è davvero un piacere seguire una testata che ti dà la notizia, senza partigianerie. Questi PG seguono i convegni pastorali,  la festa dei cantonieri, la sagra dei pompieri a cavallo, la fiera del pecorino trifolato e della melanzana introversa e la banda delle guardie carcerarie in pensione, e intervistano ogni giorno un prete diverso e seguono in ogni tournée il superbo monsignor patron dei potentini: c’è un servizio al giorno su di lui e la domenica si raddoppia. Bravi. Giornalismo puro, che senza faziosità ci informa ogni giorno che oggi è mercoledì e piove, che il patrono di Potenza è San Gerardo, di Matera è la Bruna e che sulla Sellata c’è la neve, e quando non c’è la neve sulla Sellata, loro non ce lo nascondono, anzi, ce lo dicono con chiarezza esemplare, che sulla Sellata, oggi, non c’è la neve. Più obiettivi di così.

P.S. perché c’è scritto Pelegiornali e PG? Semplice! E’ in onore delle mitiche tre “P” dei contenuti: Papa, Pallone, Pubblicità.
Zun zù.

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