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sabato 20 febbraio 2016

VICARI DI CRISTO - di Peter De Rosa

A pagina 10 di questo libro si legge la seguente poesia di papa Roncalli che chiede perdono per le persecuzioni degli Ebrei; la chiesa di Pio XII non aveva mosso un dito di fronte all'orrore della "soluzione finale", aveva taciuto finanche quando in piena Roma, nei pressi della sede vaticana, fascisti e nazisti rastrellavano gli Ebrei casa per casa, li derubavano di ogni cosa e li deportavano verso i campi di sterminio, dove ne trucidarono 6.000.000, e questo papa, che si guadagnò l'aggettivazione di papa buono, per distinguerlo nel senso comune dai predecessori (è quanto dire!!), si limita a chiedere perdono con la nota e furba frase priva di senso: non sapevamo quel che facevamo, come quei banditi che, scoperti, invocano la seminfermità.


"Rechiamo sulla fronte
il marchio di Caino.

Nel corso dei secoli
il nostro fratello Abele
giacque nel sangue
che noi spargemmo
e pianse le sue lacrime
perché noi abbiamo dimenticato
il Tuo amore.
Perdonaci o Signore
per la maledizione
che attribuimmo falsamente agli Ebrei.
Perdonaci per averti crocifisso
una seconda volta
nelle loro persecuzioni.
Infatti non sapevamo
quel che facevamo."
GIOVANNI XXIII.


Belle chiacchiere è il chiedere perdono e lagnarsi ex post di non aver saputo cosa si faceva.
Sapevano benissimo quel che facevano, sapeva benissimo Pio XII quel che accadeva nei campi di sterminio e taceva per opportunità politica e tornaconto ideologico.
Giovanni XXII dichiarava pentimento per quei complici silenzi ma, al di là delle lacrime di coccodrillo, nulla fece per ripulire la chiesa da coloro che i nazisti avevano aiutato, appoggiato, incoraggiato e protetto, sino a salvarli dagli arresti degli Alleati e dal processo di Norimberga.
Chiacchiere.
Oggi Bergoglio chiede scusa agli Indios 500 anni dopo che l'uomo bianco, da Cristoforo Colombo in poi, per arme della Cattolicissima, ne ha sterminati 150.000.000. Centocinquantamilioni di morti ammazzati col machete e la garrota, e questo personaggio oggi si limita, candido candido a chiedere "scusa".
Woitila, 500 anni dopo, chiese scusa al mondo per Galileo, ma l'atteggiamento della chiesa contro la scienza non è affatto cambiato.
Cattolicamente usano il pentimento non per smettere di commettere delitti ma per continuare, ma con la coscienza più leggera: e si sa, siamo peccatori, siamo TUTTI peccatori, non giudicare, occorre perdonare, e così possiamo continuare a far quello che ci pare, ma poi ci pentiamo, chiediamo perdono e possiamo ricominciare.
E i papi raccontano, uno dopo l’altro, chiacchiere edificanti che mettono a posto la coscienza e consentono di proseguire, nei secoli, a detenere potere e ricchezze sterminate,
Le uniche escusazioni accettabili sarebbero le dimissioni immediate, lo scioglimento della chiesa, lo smantellamento della struttura donando ai poveri ogni bene e l'esilio massivo di tutto il clero a lavorarci loro nelle miniere di rame del centrafrica – al posto dei bambini - ad arricchire le multinazionali.
Allora e solo allora, noi li potremo perdonare. Solo allora e non mai prima.



1 commento:

  1. Penso seriamente che quanto sopra dovrebbe far riflettere tutti coloro che si dichiarano razionali, giacché sappiamo bene che è la verità su eventi dei quali la chiesa dovrebbe: non chiedere scusa poiché le scuse non rendono giustizia alle migliaia o milioni di vite umane distrutte nel nome di un dio che se veramente esistesse dovrebbe chiedere conto a loro per primi delle immani sofferenze inflitte a popoli che prima dell'avvento del cristianesimo vivevano una vita sicuramente migliore. Troppo facile chiedere scusa come ben evidenzia l'autore del libro, Peter De Rosa.

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