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sabato 13 maggio 2017

derivati lucani al peperone crusco









La Regione Basilicata ha sottoscritto nel 2006 operazioni finanziarie ad alto rischio, i cosiddetti “derivati”, che oggi stanno portando alla perdita di ingenti somme di denaro. Si tratta di decine di milioni di €uro dei cittadini che la Regione ora tenta di non perdere invocando - per costose vie legali - la nullità di quei contratti.
Ne ha parlato finanche uno dei TG locali. Figuriamoci. Con delicatezza e tatto, fra una messa e una parata.
Ma non capita di leggere né di sentire chiarimenti circa le ragioni che abbiano potuto indurre gli Amministratori di una Regione piccola e povera come la nostra a sottoscrivere contratti finanziari tanto rischiosi.
Di fronte alla scomparsa di cifre altissime che potrebbero bastare a risolvere tanti dei problemi lucani, ci si aspetta fuoco e fiamme dalla opposizione politica in Regione, ma non si vedono grandi bagliori; ci si aspettano articoli di stampa circostanziati con i nomi di Governatore e Assessori che nel 2006, coi soldi dei cittadini, avventatamente sottoscrivevano contratti ad alto rischio in cui mai avrebbero investito i PROPRI risparmi. Ci si aspettano notizie e denunce. Ma nulla accade. Non si sente nulla di tutto quello che una libera stampa dovrebbe fare, una opposizione degna di questo nome farebbe con energia convincente a difesa degli interessi dei cittadini. Sulla questione, sfogliando la margherita per sapere se m’ama o non m’ama, ci si aspettavano inchieste documentate su collegamenti con incarichi ministeriali per affari regionali di quell’epoca, nomi, connessioni, legami. Invece, no. Silenzio. La fiera del pepe crusco, la sfilata in maschera, il meteo e il pallone.
Ne parlano ora solo per farci sapere che stanno tentando, questi altri, di recuperarne una parte di tutti quei soldi. Onore al merito, bene. Ma quei derivati furono contratti la cui firma meritò i rilievi della Corte dei Conti di Basilicata il cui ex Procuratore addirittura ebbe a definirli una "vera e propria follia", sottoscritti a forza, nonostante l’Ufficio Legale della Regione avesse espresso nel 2006 esplicito parere sfavorevole alla loro stipula. (Il Quotidiano, 2 ago 2016).
Perbacco !
Fanno bene a tentare di recuperare i soldi, però: divulgare i nomi degli autori di operazioni tanto sbagliate e tanto dannose per le casse pubbliche farebbe ancora più bene alla vita politica della Regione. E del Paese intero.  Perché se i cittadini sapessero i nomi di quelli che mal amministrano, non li voterebbero più.
E qui mi scappa da ridere. Da ridere forte. E non riesco a fermarmi.
Non mi pongo troppe domande sulla qualità della “opposizione” in Basilicata; mi pongo quesiti (retorici) sulla reale libertà di stampa in Italia.
E qui la smetto: la risata mi si spegne in gola. 

1 commento:

  1. Sarebbe interessante sapere anche da chi questi signori hanno acquistato i prodotti finanziari (col denaro collettivo) e capire cosa hanno avuto in cambio.

    Francesco

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