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sabato 13 luglio 2013

La ragione è un'isola piccolissima (5)

  Gentile signor Co, 
mi ha fatto molto piacere che abbia risposto alla mia lettera. Mi sento soltanto di dissentire su alcune sue affermazioni:ad esempio quando mette sullo stesso piano l'avere fede in Dio e il tentare la fortuna per scopi venali. Questo perché mentre la fede in Dio si fonda su prove verificabili la dea fortuna no. 
Gesù Cristo, personaggio storico realmente esistito (tant'è vero che la storia viene classificata con prima e dopo Cristo) nel Vangelo di Matteo al capitolo 5 versetto 3 mette in relazione la felicità con il rendersi conto del proprio bisogno spirituale. 
Personalmente ho potuto constatare la veridicità di queste parole e ne ho tratto beneficio grazie allo studio della Bibbia. Se vuole la prossima volta che ci sentiamo potremmo analizzare alcune profezie riportate nella Bibbia e che si sono adempiute nei minimi particolari. Spero di risentirla. 
Cordiali saluti.
(Norberta)
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Gentile amica,
Il solco che divide le credenze dal pensiero è molto ampio, purtroppo.
In età PRE-SCIENTIFICA i nostri progenitori scrivevano del mondo quello che riuscivano a capire in quei secoli bui dove non c'era il cannocchiale, nè il computer, nè l'astronomia, non esisteva la conoscenza  delle galassie, non la scienza medica di oggi, non il microscopio nè la batteriologia. Ebbene in quei secoli, per esempio, si credeva che per guarire un ammalato occorresse eseguire danze e riti religiosi per placare gli dei, non potendogli iniettare gli sconosciuti antibiotici. La danza e il rito, quindi, erano una sciocchezza, ma giustificata dalla ignoranza che all'epoca era totale e generalizzata.
Ancora oggi però, malgrado gli antibiotici, qualcuno per guarire prega padrepio, a dimostrazione che l'ignoranza non è più oggi tanto generalizzata ma purtroppo molto diffusa; ma se guarisce, mi creda, è per l'antibiotico, non per le figurine che la suora lascia negli ospedali (in cambio di una mancia... pardòn, si dice offerta).

In quei testi e in altri successivi si scriveva, per esempio ancora, che la terra è al centro dell'universo mentre il sole le gira intorno. Si è dimostrato, da tempo, che si trattava di una sciocchezza, ma quanti roghi i "credenti" hanno appiccato sotto i corpi e le menti degli scienziati perchè non divulgassero che quella centralità della terra vantata nelle scritture era una sonora sciocchezza? E ancora oggi nel nostro pianeta quante sono le persone ancora convinte - per ignoranza - che sia il sole a girare intorno alla terra? Per tacer di quelli che il problema non se lo pongono affatto.
Credenze e ignoranza, questo il substrato di ogni superstizione. Credenze e miti alla cui veridicità è divenuto difficile credere: per questo uno dei mantra fondamentali che il fedele deve mandare a mente e ripetere ritualmente ogni giorno fino a  convincersene, addormentatndo al bromuro ogni dubbio ed obiezione della ragione, è proprio il "CREDO". Credo, credo, credo, credo.... Ripassi mentalmente alcuni dei dogmi fondamentali della fede e li analizzi bene: occorrono dosi massicce di "credo". Mi risparmio gli esempi.
La Bibbia è la summa enciclopedia del sapere possibile di un popolo che in quel testo dettava principi sanitari, principi morali, stilava cenni storici, note geografiche, rapporti etnografici di specifiche discendenze, eccetera, il tutto ammantato di leggenda con profeti che campavano 300 anni, apparizioni, incarnazioni, mari che si aprivano, gravidanze di nonne centenarie, poteri sovrumani, ecc.
Tutto il sapere di un popolo che, per riaffermare la propria coesione e la supremazia sulle "promesse" terre circostanti, si auto dichiarava popolo eletto inviato da dio, legittimato quindi a sottomettere e scacciare gli altri popoli che invece non erano inviati da nessuno, o magari da un loro dio, ovviamente inautentico, perchè il dio vero è quello dei vincitori. Come vede, è anche un libro politico.
Legga la bibbia, non alla ricerca di coincidenze "spirituali" da calendario di padre indovino.  La legga come un estratto storico della epopea di un popolo, come compendio della sapienza di quell'epoca dove, in mancanza di cognizioni scientifiche i redattori adoperavano l'immaginazione e tanta fantasia: storia e leggenda mescolati assieme.
La felicità è un bisogno spirituale, vero, ma non per questo tutto ciò che narra Matteo diviene verità.
Gentile amica le auguro davvero tanta felicità, le auguro la gioia - che forse si prova più concretamente. 
La felicità forse non esiste, forse è solo il sognare la permanenza stabile della gioia. 
Le auguro, quindi la serenità e tante gioie ripetute.
 appresto
co 
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