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giovedì 26 dicembre 2013

Pullman a Matera

La solitudine è una brutta bestia e vederla mi percuote nel profondo. 
Ecco, questo provo quando esco per le strade della nostra città e vedo i pullman che girano desolati e deserti, con solo l’autista dentro: un dispiacere cosmico.
Soli,sempre maledettamente tristemente inesorabilmente soli.
Il pulmo gira per percorsi prestabiliti, ogni giorno ogni ora la stessa via lo stesso incrocio la stessa svolta, si ferma, sosta, riparte. Di tanto in tanto apre le porte e soffiando invita ignoti passanti, ma nessuno sale. Tristemente richiude le porte e riparte accodato alle lamiere roventi. Poi lì davanti un capannello ed ecco che si illude, si ferma, apre le porte ma ancora nessuno entra. Chiude e riparte, deluso, oltraggiato nella disponibilità offerta e ripudiata con tedio e indifferenza.
Gli autobus come peripatetiche ormai avanti negli anni che nessuno più vuole e che continuano ad offrirsi:  vuoi fare un giro, bello?
E girano. Vuoti. Mi chiedo a volte: ma gli autisti avranno famiglia? Almeno i parenti potrebbero salire sull'autobus per dare l’esempio, per invogliare i concittadini, o almeno per fare un po’ di compagnia agli autisti !  No, neppure i parenti.
E’ una inutile crudeltà verso questi operatori che devono guadagnarsi il pane. Perché al municipio non prendono atto di questa emergenza umanitaria e non li fanno smettere? Alleggerirebbero il traffico che si intasa ancor di più per questi pachidermi a spasso per le vie e allevierebbero le pene degli autisti. Ma mi dicono che poi queste persone perderebbero lo stipendio. Capisco e rilancio: rottamiamo i transatlantici e compriamogli delle motorette, così girano lo stesso per la città, si guadagnano lo stipendio, e magari andando in due sulla stessa motoretta, si farebbero compagnia, risparmierebbero benzina e smog e non intaserebbero le strade disturbando quelli che civilmente vanno a fare la spesa col fuoristrada e vanno a prendere i bambini da scuola con la ferrari o più semplicemente “fanno due passi” a botta di benzene e di benzine.
Risparmieremmo un sacco di soldi.
Si può fare?








Un progresso c'è stato, però: qualche cartello con l'elenco delle linee urbane è comparso, qua e là, vicino qualche fermata, ma senza esagerare, che diamine! Qualche tabella è comparsa, ma continua a rispondere alla stessa logica della gestione precedente: non si deve capire dove, come, quando prendere l'autobus. Ancora oggi l'informazione sui percorsi dei mezzi pubblici della città di Matera, rimane fra i segreti di stato meglio custoditi. 
Eppure è elementare: chi volesse usare l'autobus, ad esempio per andare a lavoro, dovrebbe sapere che numero prendere, dove prenderlo, che tragitto fa, ma sopra ogni cosa dovrebbe sapere a che ora passa e a che ora arriva. Se mancano queste informazioni, e ci vogliono tutte, non si potranno mai utilizzare i mezzi pubblici. 
Lo capisce pure un calciatore che se non si sa a che ora passa e a che ora arriva, un autobus di città non serve a null'altro che a ingombrare le strade già intasate di automobili.
Ma allora, se è così intuitivo, come mai non accade a Matera? Possibile che chi è a capo di una azienda di trasporti non capisca che migliorando l'informazione si potrebbe avere più passeggeri e incassare più denaro? Non è fare utili il primario interesse di una azienda? E se non lo capisce l'Azienda, potrebbero spiegarglielo quelli del Comune che, coi soldi nostri, pagano il conto.
Possibile davvero che non lo capiscano che avrebbero più passeggeri e quindi ci sarebbe meno smog e meno stress e meno traffico? 
Usando l'autobus tutti i giorni, tanta gente potrebbe non usare l'auto e comprare meno benzina, tanta gente potrebbe usare l'autobus e comprare meno automobili e quindi meno riparazioni, meno gomme, meno tergicristalli, meno danni da tamponamento ...
Oddio, mi viene un sospetto: che non sia proprio questo il motivo per cui non favoriscono l'uso dei mezzi pubblici?


2 commenti:

  1. Sinceramente qualche anno fa ho provato a tornare ina utobus dal lavoro: il primo bus utilizzabile passava dopo 40 minuti. E lavoravo in centro. Basta come risposta a tutti questi interrogativi?

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    1. l'interrogativo retorico ce l'ha una risposta possibile, cioè:che forse il disservizio è voluto, a salvaguardia di altri interessi.

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