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domenica 1 giugno 2014

basta criminalizzare il profitto !

Ministro Guidi: 

basta criminalizzare il profitto !


"Dobbiamo dire basta alla dilagante 
cultura anti-imprenditoriale. 
Basta alla criminalizzazione del profitto"


E chi sarà mai, di questi tempi, che criminalizza il profitto?
L'ultimo a dire cose del genere forse è rimasto solo il regista Ken Loach.
Allora con chi ce l'ha la ministra? Con il governo? Con la sinistra italiana? Ma se il centro sinistra italiano è quello che chiama al governo lei con queste idee (figuriamoci se fosse un governo di centro destra!), chi è l'interlocutore innominato della renzian-berlusconiana ministra? I sindacati? o Ken Loach? o non sarà mica il papa? 
Sarebbe davvero il colmo dei capovolgimenti se la ministra ce l'avesse col papa e tutto sembra ormai quasi capovolto.
Nel secolo scorso la sinistra guardava al modello di Mosca e manifestava contro l'imperialismo USA denunciando l'AmeriKa quale ispiratrice se non artefice dei golpe militari in ogni dove, dal Cile al Salvador al Nicaragua; per parte loro la destra e il Vaticano definivano Mosca l'impero del male. Oggi i diritti umani in Russia sono violati come prima, ma il Vaticano non è più interessato a quei fratelli e non maledice più la Russia senza libertà. Nel '900 la destra era per gli USA e la sinistra per l'URSS; oggi al contrario: Berlusconi, di destra, amoreggia con la Russia di Putin mentre Renzi e Welltrony, la sinistra (?), mormorano in ogni dove che gli USA sono la più grande democrazia del mondo. E adesso, in un governo a maggioranza di centro sinistra, una ministra strilla al complotto contro il profitto.

Il profitto, il profitto. Come se fossero i nemici del profitto a impedire alle imprese italiane di competere sui mercati. La ministra cerca scuse per ingraziarsi la platea degli industriali ai quali offre alibi e non sa dire la verità.
Le imprese italiane sono in crisi perché non sanno competere, non sanno innovare, non sono capaci di fare impresa alla pari con i competitors internazionali, senza gli aiuti di Stato che per mezzo secolo hanno intascato, drogati e dipendenti di un piano marshall senza fine cui il potere democristiano (che rimpiangono) li aveva abituati,
Per massimizzare i loro profitti, da sempre dirottati verso la rendita e non verso gli investimenti, le imprese eludono ed evadono il fisco, sfruttano i lavoratori e appena possono delocalizzano, vanno ad aprire fabbriche in regioni meno evolute dove non soltanto pagano nulla la mano d'opera, ma soprattutto riescono a collocare il loro prodotto scadente sul posto, presso mercati meno esigenti.
Qualcuno chiamava capitalismo cialtrone l'imprenditoria italiana. E' passato tanto tempo, ma le cose non sembrano molto cambiate.
Il nemico dell'imprenditoria sana.invece, è proprio la ricerca della crescita indefinita del profitto. Quel profitto da massimizzare a tutti i costi, e da condurre - trimestrale su trimestrale - sempre più in alto, non prevede gli investimenti a lungo termine, considera inutile spesa la ricerca e quindi affossa la crescita dell'impresa stessa e cancella il futuro del contesto sociale in cui opera .
La cultura dominante è quella del profitto innanzitutto e sopra ogni cosa, il profitto quale fine supremo dell'esistenza stessa e a questo pensiero unico, non si oppone più nessuno. La ministra, forse, non è bene informata.



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