Prima della pellicceria in quei locali ci stava il "GrottArt
Club", una prestigiosa galleria d'arte che esponeva personali e collettive
di pittori importanti. Là ho conosciuto nel 1972 Angelo Titonel, esponente del
realismo magico italiano e poi Antonio Bertè, scomparso nel 2009, pittore
poliedrico e pieno di vita.
Altra suggestiva galleria d'arte era in via Rosario gestita da Fontana;
ci si accedeva da un portoncino che dava in una lunga scalinata verso le
cantine e le stanze di sotto: una meraviglia architettonica.
Il centro delle arti visive era via Margherita - che io chiamavo via
Margutta – per il continuo fiorire di laboratori, bottegacci e gallerie d'arti
figurative, cito, uno per tutti il maestro Ugo Annona, ma ce ne erano tanti
altri ora famosi. Molto più prosaicamente ora quella strada si chiama delle
Beccherie: da tanti anni non vi è più arte in quella via e né più beccherie,
per la verità.
Franco Di Pede vi aprì, nella nostra via Margutta, il proprio studio di
arte quando il negozio di dischi e musica di famiglia si spostò sul Corso di
fronte alle poste. Fu Franco, mio insegnante d'arte alle medie, a farmi
scoprire, più tardi, Dino Buzzati disegnatore e Buzzati scrittore, una volta che
venne nel Liceo Duni a mostrarci il "Poema a fumetti"; lo
rappresentava con una strana lanterna magica, forse di sua creazione, che ne
riproduceva immagini e suoni in un'aula buia. Un’esperienza
indimenticabile.
Cominciava, via Margherita, poco dopo la libreria Cifarelli e lungo il
suo percorso vi erano laboratori d’arte, negozi di musica come quello di Riefolo e
poco lontano quello dei Di Pede e nella traversa del Corso la libreria
Montemurro e di fronte la libreria edicola di Pizzilli: un intero percorso di cultura, arte, letteratura, di musica: la strada finiva al Conservatorio Duni.
Le personali d’arte erano frequentissime, annunciate con locandine nei
bar e non me ne perdevo una, affascinato da quei segni, dalla immagin-azione
al potere di quegli anni, gli anni ’70, quando a Matera funzionavano quattro
sale cinematografiche, sempre affollate per le pellicole di primissima visione
e, a volte, anche per rappresentazioni teatrali.
All’epoca Matera non era Capitale della cultura.
Ora quelle vie sono piene di negozi che vendono oggettistica, panini, pizzette,birre, souvenirs, prodotti tipici.
Io ho uno sfumato ricordo che combacia col tuo, ricordo rassegne cinematografiche e concerti di musica classica ...
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