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giovedì 4 gennaio 2018

programmi TV e di governo

Quello che era solo un sospetto trova conferme quotidiane: le emittenti TV fingono di farsi concorrenza, come le cosiddette “regole del mercato” non si stancano (fingono) di suggerire. Se fossero in concorrenza vedremmo per esempio che se su Rai 1 va in onda un programma di ricette di cucina in diretta, su Banale 5 dovremmo vedere un film; se su LA7 danno un confronto fra politici e giornalisti, su Rai3 dovremmo poter scegliere un varietà. La concorrenza dovrebbe cioè consistere nella offerta di programmi DIVERSI e meglio confezionati per invogliare lo spettatore a scegliere quello che più gli interessa. Invece accade che al mattino TUTTE le emittenti trasmettano esattamente lo stesso identico programma  di notiziole, moda e frivolezze; a seguire, lo stessissimo programma culinario, poi i TG (identici), mentre al pomeriggio partono le “ammiraglie” con lo stesso uguale programma morboso di pettegolezzi e cronaca nera. Non c’è da scegliere: se accendi la TV ti tocca vedere quello che loro hanno deciso che tu debba vedere. E se al momento della interruzione pubblicitaria provi a cambiare canale, scopri che su tutti gli altri canali, contemporaneamente, vanno in onda gli stessi identici spot, così non ti possano sfuggire i “vantaggi” della roba che vogliono tu vada a comprarti.
Mi spiegano, gli esperti, che palinsesti così concepiti sono determinati dagli inserzionisti - i finanziatori delle TV commerciali - che al mattino pubblicizzano alle massaie prodotti per la cucina e la casa, e a seguire prodotti  (e programmi) mirati per la fascia di ascolto, e così sino a notte fonda.
L’unica differenza, nella offerta dei vari programmi TV è il conduttore; ogni rete, alla stessa ora, trasmette lo stesso identico programma, ma con un conduttore diverso, scelto fra quelli che i sondaggi indicano come i più seguiti e più acconci a raccogliere la simpatia della gran massa degli spettatori: non rileva se siano competenti o preparati, conta solo che siano ritenuti graditi dal pubblico e non costringano lo spettatore a usare il cervello, sennò quello cambia canale.

Però, rileggendo, scorgo una somiglianza, intravedo una analogia. Ma guarda! Sembra proprio di vedere nel sistema dei palinsesti TV ciò che accade alla politica. Anche in quel campo i partiti propongono ciascuno un conduttore diverso,scelto con i criteri di sopra, ma il programma, il programma è sempre lo stesso. Accade così che noi andando alle urne a esercitare i nostri diritti democratici, possiamo liberamente scegliere il conduttore, ma il programma è sempre lo stesso.
Non sarà che anche in questo caso il palinsesto sia dettato da chi finanzia la trasmissione?

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